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Diabetologia
Statine, il sovrappeso aumenta il rischio di diabete
Le statine, oltre ad agire sulla sintesi del colesterolo, svolgono un’azione pleiotropica che riguarda i benefici relativi all’infiammazione sistemica, alla funzione endoteliale e allo stress ossidativo; importanti meccanismi coinvolti nell'eziologia delle malattie cardiometaboliche, questi effetti potrebbero giocare un ruolo importante nella riduzione del rischio di diabete.
Un’indagine condotta da Jill P Crandall, del Department of Medicine and Diabetes Research Center, Albert Einstein College of Medicine, New York, ha permesso di seguire, durante un follow-up a lungo termine, 3.234 soggetti obesi e sovrappeso ad alto rischio di sviluppare il diabete al fine di confrontare gli effetti della metfomina, del placebo e dello stile di vita nella prevenzione del diabete. All’inizio, solo il 4% dei pazienti era in terapia con le statine, una percentuale che sarebbe aumentata al 35% nei 10 anni di follow-up, il 37% dei quali era in trattamento con metformina e il 33% dei quali era nel gruppo che doveva modificare lo stile di vita.
Nel corso di questo studio, pubblicato su BMJ Open Diabetes Research & Care, i partecipanti sono stati randomizzati a ricevere metformina (n=1.073), placebo (n=1.082) o interventi sullo stile di vita (n=1.079). L’incidenza di diabete è stata valutata annualmente attraverso i test di tolleranza al glucosio, con un carico di 75 g di glucosio orale, e semestrale mediante misurazioni della glicemia a digiuno. Anche il profilo lipidico è stato misurato annualmente, mentre l'uso di statine è stato valutato al basale e durante le visite semestrali.
Ciò che è emerso è che, indipendentemente dal gruppo di studio, l’utilizzo della statina sarebbe stato associato a un aumento del rischio di sviluppare diabete del 36%. L’hazard ratio per il rischio di diabete era infatti di 1,36 (IC 95%: 1,17-1,58), mentre quello per il placebo, la metformina e l’intervento sullo stile di vita erano rispettivamente 1,33 (1,02-1,73), 1,59 (1,21-2,10) e 1,21 (0,93 -1.57) (p = 0,36).
“Il rischio di sviluppare diabete non è stato significativamente modificato dall’aggiustamento per i fattori di rischio del diabete al basale e potenziali fattori di confondimento correlati alle indicazioni per la terapia con statine” ha aggiunto la dottoressa Crandall. Il rischio di sviluppare diabete, inoltre, non sarebbe stato diverso in base alla potenza della statina, né la variazione dei livelli di colesterolo LDL sarebbe stata associata a rischio maggiore. L'utilizzo dei farmaci ipocolesterolemizzanti, però, sembrerebbe essere legato a un maggiore deterioramento della secrezione di insulina. Infine, secondo i ricercatori americani, i partecipanti trattati con le statine sarebbero sembrati relativamente resistenti ai benefici degli interventi del programma di studio su obesità e funzionalità delle cellule beta.
Un limite dello studio, riconosciuto anche dagli stessi Autori, è legato ai dati riportati dai pazienti sull’uso delle statine, con conseguenti potenziali errori di classificazione.
“È stato precedentemente riportato che l’intensità della terapia con statine influisce sul rischio di diabete, ma dal momento che nella nostra coorte non era disponibile la dose di statine, la nostra capacità di valutare l’influenza che la terapia ha sul rischio di diabete è limitata”, hanno commentato gli Autori, aggiungendo che: “valutando singolarmente i pazienti, un potenziale modesto aumento del rischio di diabete deve chiaramente essere bilanciato con la consistente e altamente significativa riduzione di infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare associati al trattamento con statine”. Tuttavia i ricercatori sostengono un monitoraggio continuo sullo stato del glucosio e promuovono l’attuazione di cambiamenti dello stile di vita nei pazienti ad alto rischio che assumono statine per la prevenzione di malattie cardiovascolari.
Crandall J.P. et al. Statin use and risk of developing diabetes: results from the Diabetes Prevention Program. BMJ Open Diabetes Res Care. 2017;5(1):e000438.
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