On Medicine

Anno XIV, Numero 3 - settembre 2020

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FOCUS

ESERCIZIO A RESISTENZA ELASTICA E FUNZIONE MOTORIA

D. Vernazza

L’esercizio a resistenza elastica è un metodo riabilitativo e di training di provata efficacia che prevede il potenziamento delle capacità muscolari dell’individuo. Presentiamo un ciclo di contributi proposti da fisioterapisti che illustrano le premesse teoriche di questa pratica e alcuni ambiti di applicazione.

Parte 3. Utilizzo della resistenza elastica in degenza ospedaliera

D. Vernazza

Le bande a resistenza elastica sono un valido strumento per il rinforzo muscolare di soggetti sani che vogliono migliorare le loro prestazioni fisiche o per il recupero muscolare di pazienti che affrontano un percorso riabilitativo. È possibile sfruttare le proprietà di questi versatili strumenti in ambienti diversi dalla palestra, come l’ospedale o le residenze sanitarie assistenziali (RSA).
Il paziente ricoverato, specie se obbligato a un allettamento prolungato per un intervento chirurgico, per un evento clinico acuto o per una patologia cronica, è candidato a una serie di complicanze, proporzionalmente correlate al tempo in cui si protrarrà l’allettamento, che contribuiscono a sviluppare una condizione critica alla dimissione: ridurre al minimo queste complicanze è imperativo per preservare il più possibile la salute dell’individuo.


Conseguenze dell’allettamento


L’immobilità prolungata crea effetti dannosi sul sistema muscolo-scheletrico, cardiovascolare, renale, gastro-intestinale e immunitario. Prendendo in esame il sistema muscolare, l’allettamento provoca rapidamente una perdita di massa muscolare e di forza, anche se il soggetto è in buona salute: è stato infatti dimostrato che una persona sana costretta a letto va incontro a una perdita di circa il 4% di massa muscolare accompagnata da un declino di forza di circa il 9% in una settimana. Ecco perché molti pazienti ricoverati, specialmente se anziani, dopo la dimissione ospedaliera non recuperano più i loro precedenti livelli funzionali.
È evidente, quindi, quanto sia importante mantenere il livello di funzionalità e di forza dei pazienti costretti all’immobilità, allettati, in carrozzina o, comunque, in una situazione che porta a una riduzione drastica delle attività fisiche abituali.
È necessario tener presente che nell’allettamento la perdita di massa muscolare non avviene solo sulla muscolatura degli arti inferiori, ma coinvolge anche quella degli arti superiori e del tronco, fondamentali per svolgere attività quali alzarsi dal letto, reggersi su un deambulatore, sostenersi con stampelle o spingere una carrozzina.
È quindi importante preservare l’efficienza sia della muscolatura del distretto inferiore del corpo, sia di quello superiore, soprattutto in pazienti con problematiche cliniche che verosimilmente non permetteranno una ripresa del cammino autonomo senza presidi.
In molti ospedali non sono previste attività di mantenimento del livello funzionale dei pazienti, a meno che questi non vengano ricoverati per problemi motori o interventi chirurgici ortopedico-traumatologici. La fragilità dei pazienti, o le esigenze terapeutiche orientate ad altre emergenze, portano a trascurare la necessità di preservare la loro forza muscolare, condizionando così le potenzialità nell’alzarsi dal letto e ritornare alla pregressa autonomia. Spesso, poi, non sono disponibili attrezzature idonee a un allenamento muscolare che possa logisticamente essere proposto al letto, in carrozzina o nella stanza di ricovero.

Efficacia dell’allenamento alla forza con bande elastiche


Valutate le condizioni cliniche del paziente, la tipologia di intervento chirurgico o l’intensità della percezione del dolore, elementi che possono controindicare alcuni movimenti o posizioni, l’allenamento effettuato con l’utilizzo della resistenza elastica può essere facilmente eseguito dal paziente degente mentre è a letto o mentre è posizionato in carrozzina. È stato dimostrato come l’allenamento muscolare effettuato mediante bande elastiche o con cavigliere zavorrate può incrementare la forza e la funzionalità dei pazienti degenti: 10-30 minuti al giorno di allenamento con resistenza elastica per gli arti superiori e/o per gli arti inferiori, realizzati in maniera sicura ed efficace, contrastano e prevengono la perdita di forza muscolare.
Per esempio, alcuni studi hanno dimostrato che, dopo intervento di protesi d’anca, un training di resistenza del muscolo quadricipite è più efficace della riabilitazione convenzionale e della stimolazione elettrica, migliorando la performance e riducendo il tempo del ricovero del 37%.
Dopo interventi di protesi di ginocchio che prevedono un ricovero veloce, il cosiddetto fast-track, è possibile attuare un rinforzo muscolare precoce già nelle ore successive all’intervento mediante esercizi di estensione dell’arto inferiore contro resistenza elastica effettuati direttamente al letto del paziente.
Il vantaggio dell’esercizio con resistenza elastica nel miglioramento dell’equilibrio, della forza e della resistenza muscolare è stato dimostrato anche quando gli esercizi vengono eseguiti in posizione seduta; questa possibilità può essere vantaggiosamente sfruttata per gli ospiti delle RSA, spesso obbligati a trascorrere in carrozzina la maggior parte del tempo. Per questi ambiti può essere anche considerata la pratica di esercizi con bande elastiche svolti contemporaneamente da due soggetti: uno tiene fisso l’elastico, sfruttando l’attività isometrica dei muscoli, l’altro effettua un movimento contro la resistenza elastica. Questa proposta di esercizio combinato può rivelarsi utile anche dal punto di vista del coinvolgimento e della soddisfazione dei pazienti, costretti a un ricovero prolungato spesso povero di stimoli.
Pazienti con problematiche respiratorie, ricoverati presso RSA o in ospedale, possono avvalersi di terapie riabilitative effettuate con resistenza elastica che migliorano le funzionalità respiratorie; nello specifico, soggetti con limitata mobilità della gabbia toracica, sottoposti a training di esercizi inspiratori, hanno completato il loro programma con esercizi di inspirazioni profonde effettuati contro la resistenza di una banda elastica posizionata intorno alla gabbia toracica. Si è dimostrato che questa modalità, proposta come strumento addizionale per facilitare la funzione del diaframma, migliora sia la forza sia la resistenza dei muscoli respiratori, consentendo miglioramenti della mobilità del torace e, quindi, degli indici respiratori.

Conclusioni


L’utilizzo dell’esercizio a resistenza elastica risponde a varie esigenze e problematiche cliniche del paziente ricoverato in ospedale; inoltre, grazie alle sue caratteristiche intrinseche lo strumento “bande elastiche” è una soluzione semplice, comoda, poco costosa ed efficace a disposizione del fisioterapista che deve svolgere il suo lavoro in questo setting.
In sintesi, l’esercizio a resistenza elastica:
  • previene l’atrofia muscolare conseguente all’ospedalizzazione;
  • ripristina il controllo neuromuscolare;
  • mantiene i livelli funzionali precedenti al ricovero;
  • incrementa la forza muscolare;
  • può migliorare la forza dei muscoli degli arti superiori, degli arti inferiori e del tronco dei pazienti allettati o seduti in carrozzina;
  • può essere proposto precocemente e può accelerare la dimissione ospedaliera;
  • può coinvolgere più soggetti contemporaneamente, favorendo compliance e gradimento dell’esercizio da parte del paziente;
  • può essere utilizzato in caso di problematiche respiratorie per incentivare la mobilità della gabbia toracica;
  • è una tipologia di esercizio che si avvale di strumenti comodi, versatili ed economici, facilmente adattabili in un ambiente non sempre congeniale all’attività fisica.


Daniela Vernazza
Fisioterapista, IRCCS Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI)



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