IL PARERE DELLO SPECIALISTA
Biobanche, fondamentale la raccolta di campioni biologici per il progresso della ricerca
F. Serra
In occasione della presentazione del VII Rapporto MonitoRare sulla condizione delle persone con malattia rara in Italia, UNIAMO (Federazione delle Associazioni di Persone con Malattie Rare d’Italia) ha intervistato la dott.ssa Marialuisa Lavitrano, direttore del nodo nazionale della Infrastruttura di Ricerca Europea delle Biobanche e delle Risorse BioMolecolari (BBMRI Italia), sul ruolo e le potenzialità delle biobanche rispetto ai pazienti e alla comunità scientifica.
L’intervista è contenuta nel 20° numero di Raramente, newsletter dedicata al mondo delle malattie rare frutto della collaborazione fra l'Istituto Superiore di Sanità e UNIAMO.
Dott.ssa Lavitrano, potrebbe spiegarci cosa fa una biobanca e quali sono le potenzialità della rete che lei presiede?
I materiali biologici devono essere raccolti e conservati secondo criteri di qualità per garantire che i risultati della ricerca siano attendibili e confrontabili con quelli che vengono prodotti da altri gruppi; questo nell’interesse del singolo paziente e della comunità in generale. Un campione biologico, infatti, rappresenta “quella” singola persona in “quel” preciso momento della propria esistenza; nel caso di pazienti, poi, il campione biologico rappresenta anche l’evoluzione dello stato della malattia. Rappresenta perciò un valore preziosissimo, inestimabile e come tale va trattato: è necessario che i campioni siano raccolti con il consenso dei pazienti e dei cittadini e che possano essere utilizzati successivamente per la ricerca.
Nell’ambito delle malattie rare, la possibilità di raggiungere risultati scientifici importanti è data dall’avere a disposizione quanti più campioni possibile. Avere dei cataloghi completi e ampi di tali campioni, poter condividere le procedure di raccolta e metterle a disposizione dei ricercatori è fondamentale. Questo è il motivo per cui è nata BBMRI, l’infrastruttura di ricerca che si inserisce nel workflow della ricerca traslazionale che parte dal malato, che è il centro e la motivazione della ricerca, e poi ritorna al malato con i risultati della ricerca.
Che ruolo ha la Federazione Italiana Malattie Rare rispetto alle biobanche?
La Federazione ha recentemente collaborato ai gruppi di lavoro su una matrice di consenso informato, sviluppata insieme a ricercatori, clinici e Comitati etici grazie alle indicazioni dei pazienti sulle modalità e sulla tipologia di informazione necessaria per poter dare un consenso veramente informato e veramente competente. La comunità dei ricercatori e la comunità dei clinici è molto grata ad UNIAMO per il supporto attivo che ha sempre dato nei progetti di ricerca e speriamo di proseguire questa collaborazione nei prossimi anni.
Recentemente UNIAMO ha chiesto al Ministero della Salute di proporre il modello italiano del programma di screening neonatale come “buona pratica” nel contesto della Commissione UE per garantire a tutti i bambini in Europa gli stessi benefici. Come vengono utilizzati i campioni ematici raccolti per lo screening neonatale?
Flaminia Serra
Ufficio Stampa UNIAMO FIRM per RaraMente
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