INTERVISTA
Intervista a Leo Venturelli
Redazione On Medicine
Il numero di On Medicine pubblicato nel dicembre 2018 riportava un contributo sul Progetto TANDEM
https://www.onmedicine.it/articolo.php?id=18&nr=42018&t=app
a firma dei suoi promotori L. Venturelli (Responsabile Educazione alla Salute della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), M.M. Capasso (Logopedista) e M.G. Cornelli (Psicomotricista psicologa). Lo sforzo congiunto di questi professionisti era finalizzato a coinvolgere attivamente i genitori neIl’osservazione dei diversi aspetti dello sviluppo del linguaggio e psicomotorio del loro bambino per facilitare la valutazione, da parte del pediatra, delle performance del suo piccolo paziente e identificare la necessità o meno di eseguire accertamenti o indagini.
Il progetto non si è fermato qui, ma si è evoluto in uno step successivo. Ce ne parla il dottor Leo Venturelli.
Dottor Venturelli, può ricordarci in che cosa consiste il progetto TANDEM?
Il progetto è partito come una ricerca scientifica di tipo osservazionale volta a fotografare la situazione neuroevolutiva dei bambini in Italia attraverso dei questionari compilati dai genitori per valutare le tappe del neurosviluppo dei loro bambini dai tre mesi ai sei anni di età. I questionari di valutazione venivano consegnati ai genitori da un gruppo di pediatri coinvolti attivamente nello studio e distribuiti geograficamente sull’intera penisola, da Bergamo, a Novara, a Napoli, a Bari, a Ragusa così da poter disporre di dati provenienti da famiglie di diversa tipologia e provenienza. Questa prima fase del progetto ha previsto la consegna di schede sia cartacee, compilate dal genitore a casa o dal pediatra stesso al momento della visita programmata per i bilanci di salute, sia elettroniche, in formato excel, inviate per posta elettronica ai genitori che provvedevano poi a rinviarle al pediatra. I pediatri erano poi tenuti a inviare i dati così raccolti a un punto di riferimento di elaborazione per la valutazione complessiva del quadro neuroevolutivo del bambino.
Come si è evoluto il progetto?
L’esperienza acquisita ha dimostrato che questa metodica di coinvolgimento della famiglia è estremamente utile: i genitori vengono messi in gioco nel collaborare all’osservazione e valutazione periodica del profilo neuroevolutivo del loro bambino, e nello stesso tempo i pediatri hanno a disposizione uno strumento di lavoro per acquisire informazioni importanti sullo sviluppo dei loro assistiti. Abbiamo quindi deciso di mettere questo strumento a disposizione tutti i pediatri italiani con lo scopo di farlo diventare parte integrante della loro attività professionale quotidiana; questo ci ha portato, con l’aiuto di esperti informatici, a creare una app dedicata alla raccolta dei dati che possono così alimentare direttamente una cartella clinica (una consolle) in mano al pediatra per ciascun piccolo paziente.
Come vengono coinvolti i genitori?
Sono i pediatri stessi, una volta che hanno aderito al progetto, a proporre ai genitori di scaricare la app. A questo punto, i dati inseriti dai genitori convergono direttamente in una specifica cartella del pediatra. I questionari con le risposte rimangono a disposizione dei genitori e possono essere consultati e aggiornati non solo in occasione delle tappe predefinite in cui li ricevono tramite la app (corrispondenti all’età di tre, sei, nove e dodici mesi; e poi ogni sei mesi fino ai sei anni) ma ogniqualvolta vogliano verificare i progressi nel neurosviluppo del loro bambino mettendo a confronto i dati attuali con quelli inseriti in precedenza.
Quale impatto può avere l’adesione al progetto Tandem nella pratica clinica del pediatra?
La pediatria è ancora molto ancorata alle visite per i bilanci di salute che contengono elementi di diagnostica sul neurosviluppo insufficienti. Il pediatra in occasione dei bilanci dà indicazioni su dieta e vaccinazioni e consigli per la prevenzione degli incidenti domestici. Dalle società scientifiche, così come dall’Istituto Superiore di Sanità, si levano voci che sollecitano i pediatri a una maggior competenza e attenzione al neurosviluppo infantile, che si associa a problemi che si correlano a situazioni legate, tra l’altro, all'inquinamento ambientale, compresi pesticidi e altri inquinanti del suolo e dell’aria.
Quindi, mettere il pediatra in condizione di ricevere dalla famiglia delle informazioni su come sta crescendo il bambino sotto il profilo neuroevolutivo prima di arrivare a visitarlo è un grande vantaggio professionale che può e deve essere sfruttato soprattutto in un’epoca come la nostra in cui interagire con il cellulare, che è quello che devono fare i genitori per inserire i dati nella app, è considerato di ordinaria amministrazione. Per il pediatra l’informatizzazione fa già parte della routine professionale; recepire l’utilità della app e accedere a un database non rappresenta certo un problema.
Quindi l’auspicio è che sempre più pediatri inseriscano questa app nel loro armamentario diagnostico e di valutazione del paziente?
Proprio così. Una volta entrata nella routine della pratica clinica, è verosimile che questa app venga proposta di default dal pediatra ai genitori: “Abbiamo un programma particolare che potrà servirle per rispondere alle domande sull'attività di suo figlio dal punto di vista neuroevolutivo”. Se il genitore accetta, è sufficiente che il pediatra accreditato al sistema inserisca i dati del bambino nella sua consolle, compresa la mail della famiglia per permettere l'autorizzazione al collegamento: in questo modo il genitore riceverà una password per poter scaricare la App Medicami con tutte le indicazioni per la compilazione dei questionari.
Chiarissimo. Dove possono trovare maggiori informazioni i pediatri interessati al progetto?
Su un sito dedicato, raggiungibile al link www.progettotandem.it .
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