On Medicine

Anno XVI, Numero 4 - dicembre 2022

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APPROFONDIMENTI

Le infezioni orali odontogene

Redazione On Medicine

L’ultimo di una serie di articoli su queste insidiose patologie che necessitano di un riconoscimento tempestivo e di un trattamento appropriato



Parte III: terapia


Una corretta e tempestiva identificazione dell’elemento dentale che provoca l’infezione è indispensabile per evitare ritardi nella rimozione della causa, che possono condurre a un peggioramento delle condizioni cliniche, a una diffusione del processo infettivo e, di conseguenza, alla compromissione dello stato di salute generale del paziente. L’odontoiatra generalista e il medico di medicina generale dovrebbero essere in grado di individuare precocemente i casi in cui è opportuno il trattamento farmacologico sistemico o risulta necessaria la consulenza di specialisti per la possibile complessità o evoluzione negativa dell’infezione. I segni e i sintomi di un’infezione grave, che pongono indicazione per il pronto ricorso allo specialista, sono:
  • un rialzo della temperatura corporea >38 °C
  • un coinvolgimento delle vie aeree o delle strutture vicine con stridore e odinofagia
  • un’evoluzione rapida del quadro clinico
  • un coinvolgimento di spazi multipli e di spazi anatomici secondari.

Approccio terapeutico locale


Pulpite acuta


Il trattamento della pulpite acuta prevede l’estrazione del dente nel caso non sia recuperabile oppure, nei casi in cui siano possibili delle terapie endodontiche conservative, la rimozione della polpa infiammata (pulpectomia) mediante apertura della camera pulpare coronale, con successiva pulizia e decontaminazione dei canali radicolari.

Gengivite acuta


La terapia della gengivite acuta richiede prima di tutto la rimozione di placca e tartaro (Fig. 1), cui farà seguito la prescrizione di collutori di provata efficacia antisettica.


Figura 1. Ablazione del tartaro da parte di una professionista in igiene dentale.



Parodontite


Nel paziente adulto con parodontite è indicata la cosiddetta terapia parodontale che ha l’obiettivo di rimuovere i biofilm batterici patogeni locali e i biofilm calcificati che costituiscono il tartaro; fondamentale in questi casi è educare il paziente al mantenimento di un adeguato standard di igiene orale personale attraverso l’utilizzo di strumenti opportuni e individualmente adatti (Fig. 2).


Figura 2. L’utilizzo corretto del filo interdentale rappresenta uno dei capisaldi dell’igiene orale.



Ascesso parodontale


L’approccio terapeutico all’ascesso parodontale prevede solitamente un drenaggio chirurgico della raccolta ascessuale dal solco gengivale, previa anestesia locale, seguito da una procedura di detartrasi e da levigatura radicolare in corrispondenza dell’elemento colpito.


Figura 3. Il drenaggio dell’ascesso parodontale viene effettuato in anestesia locale.



Terapia antibiotica


Nelle infezioni di minor gravità, senza segni di diffusione agli spazi orofacciali, gli antibiotici sono utili coadiuvanti nella terapia se associati alla rimozione dei fattori causali locali. La scelta di prescrivere un trattamento antibiotico è da riservare ai pazienti in cui sia presente rialzo febbrile, linfoadenopatia regionale o in cui l’infezione abbia perforato la corticale ossea e si stia diffondendo nei tessuti molli circostanti.
Le indicazioni generali per iniziare la terapia sono l’insorgenza e l’evoluzione acuta dell’infezione, la tumefazione diffusa, il rialzo febbrile, il coinvolgimento di spazi e fasce orofacciali, la pericoronite grave del terzo molare.
La terapia antibiotica delle infezioni odontogene è principalmente fondata su criteri epidemiologici clinici e su criteri microbiologici generali; vengono solitamente prescritti, con modalità prevalentemente empirica, farmaci appartenenti a poche differenti categorie di principi attivi ad ampio spettro di azione antibatterica; alcuni dati scientifici indicano però che nella cavità orale sono coltivabili un gran numero di specie batteriche resistenti ai comuni antibiotici. Sarebbe quindi sempre necessario individuare il farmaco antibiotico appropriato e più adatto, in grado di essere attivo sui microrganismi possibili agenti eziologici dell’infezione.
È importante inoltre ricordare che i microrganismi della cavità orale vengono considerati una delle possibili cause di infezioni sistemiche metastatiche per partecipazione a fenomeni di batteriemia in caso di interventi chirurgici invasivi orali e conseguente traslocazione degli stessi in sedi distanti e ricettive, con possibile sviluppo di temibili patologie infettive quali l’endocardite infettiva e l’infezione metastatica di protesi articolari.
La batteriemia di origine orale può verificarsi non solo in conseguenza di interventi chirurgici, come le estrazioni o la chirurgia parodontale, ma anche in seguito allo spazzolamento dentale o all’attività masticatoria, in particolare se il paziente è affetto da una patologia parodontale e non ha adeguati standard di igiene orale.


Bibliografia di riferimento

  • Abati S. Le infezioni orali odontogene. Manuale clinico pratico per l'odontoiatria. Sintesi Infomedica, 2012.
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  • Lockhart PB, et al. The 2021 American Heart Association Statement on prevention of infective endocarditis: What's new? J Am Dent Assoc 2021;152(11):880-2.