INTERVISTA
Intervista a Elisa Difonzo
Redazione On Medicine
La dottoressa Elisa Difonzo è professore presso la Scuola di Specializzazione in Dermatologia dell’Università di Firenze.
Durante l’intervista con la dottoressa Difonzo abbiamo approfondito il tema delle micosi ungueali e delle onicostrofie di mani e piedi.
Le alterazioni delle unghie sono tutte di origine fungina?
Le alterazioni delle unghie sono note comunemente con il nome di onicodistrofie, ma solo in circa la metà dei casi sono dovute ai funghi. Nei restanti casi riconoscono altre cause come malattie dermatologiche, prima tra tutte la psoriasi, o microtraumi, che per le unghie dei piedi sono l’uso di calzature inadatte e il mal posizionamento delle dita, e per le unghie della mani sono rappresentate dalle attività lavorative, dal contatto con acqua e sostanze irritanti e da manicure “zelanti”. Anche un’insufficienza arteriosa potrebbe portare all’insorgenza di onicodistrofie a causa del ridotto apporto di sangue alle estremità.
Infine possono entrare in gioco le carenze nutrizionali, ma, al giorno d’oggi, sono da ritenersi davvero eccezionali, perché l’alimentazione moderna è, in generale, bilanciata e completa. Particolare attenzione va invece posta ai soggetti che seguono diete molto restrittive, come quella vegana, non correttamente supplementate, a causa degli squilibri nutrizionali che questi regimi provocano.
Possono verificarsi casi di fragilità delle unghie a causa di deficit del metabolismo di alcuni minerali essenziali come lo zinco o il rame: questi disturbi sono solitamente congeniti, per cui deve sussistere una predisposizione genetica. Anche le malattie da malassorbimento, come il morbo di Crohn o la celiachia, possono manifestare, nel corteo sintomatologico, difetti nella struttura dell’unghia, ma di norma sono patologie tenute sotto controllo medico, pertanto è difficile che si evidenzino onicodistrofie.
Una menzione a parte merita, infine, l’uso di smalti, soprattutto dei cosiddetti semipermanenti: l’uso costante non permette un’ossigenazione adeguata della lamina ungueale e le sostanze chimiche contenute nella formulazione possono causare eczemi a livello dei tessuti periungueali; l’uso di tali cosmetici dovrebbe pertanto essere solo occasionale e limitato nel tempo.
Quali sono le alterazioni ungueali più frequenti per quanto riguarda le unghie dei piedi?
Per quanto concerne le unghie dei piedi i disturbi più frequenti sono rappresentati dalle onicomicosi, soprattutto all’unghia del primo dito: il 98% circa delle onicomicosi si localizza, infatti, a livello delle unghie degli alluci.
Il tipo di calzatura riveste un ruolo fondamentale nel promuovere l’insorgenza di questa patologia, calzature con tacco molto alto e punta molto stretta e stivali in primis. Gli stivali in particolare, non permettendo un normale movimento del piede a livello dell’articolazione della caviglia provocano ripetuti microtraumi a livello delle unghie e, nel tempo, possono rovinarne irreparabilmente la struttura.
La mia esperienza clinica dimostra che il paziente-tipo sta cambiando: se fino a qualche anno fa le distrofie ungueali e le onicomicosi erano disturbi tipici del soggetto anziano, oggi sono molti coloro che, a 30-40 anni, presentano problemi di questo tipo: è necessario sensibilizzare i giovani riguardo all’uso di calzature adatte, poiché non è solo un problema estetico: lo step successivo, se non si adottano misure correttive, è l’insorgenza di deformità delle dita dei piedi.
Gli sportivi sono una popolazione maggiormente a rischio?
Alcune categorie lo sono certamente in misura maggiore: il nuotatore è più predisposto alle micosi ungueali, i corridori e i giocatori di calcetto sono invece più esposti a microtraumi e quindi sono più soggetti ad alterazioni distrofiche di natura meccanica. Adottando però alcune semplici norme di prevenzione non esistono controindicazioni ad effettuare un’attività sportiva.
Quali sono le principali norme di prevenzione per evitare alterazioni ungueali?
Per quanto riguarda le onicomicosi delle mani, che sono abbastanza rare, le unghie si ammalano per il contatto con acqua, alimenti, sostanze estranee e irritanti. È buona norma dunque cercare di ridurre il contatto diretto utilizzando guanti di gomma e di cotone.
L’insorgenza delle micosi alle unghie dei piedi è invece spesso secondaria a un’infezione cutanea della cute dei piedi, che si estende anche all’unghia. Evitare di camminare scalzi in luoghi pubblici è la norma igienica di base da rispettare sempre per ridurre le occasioni di contagio.
Quando si presenta una persona con onicodistrofia qual è la procedura migliore per identificare la causa e prescrivere la giusta terapia?
Per avviare una terapia efficace prima di tutto è doveroso ascoltare il paziente: da quanto tempo presenta il disturbo, i suoi hobby, la sua attività lavorativa, le sue abitudini igieniche.
Personalmente eseguo un’accurata visita su tutto il corpo, controllando tutta la superficie cutanea per escludere la psoriasi o altre patologie correlate alla presenza di onicodistrofia. In caso di sospetta micosi è opportuno richiedere un esame micologico di conferma. In caso il disturbo sia localizzato alle unghie dei piedi, come già sottolineato, è necessario porre particolare attenzione alla struttura anatomica del piede e alle calzature utilizzate.
Prima di avviare una terapia per le micosi delle unghie è sempre meglio sentire il parere di uno specialista?
Io sconsiglio vivamente, in ogni caso, la cosiddetta “terapia fai da te”: per trattare nella maniera più efficace possibile un’onicodistrofia è importante aver eseguito un accertamento micologico, per escludere o confermare la presenza di un’infezione fungina; le strategie terapeutiche da adottare sono infatti diverse a seconda dell'eziologia. Terapie inadeguate alla diagnosi possono risultare addirittura controproducenti.
Il farmacista è certamente in grado di riconoscere una micosi ma, non potendo eseguire una visita scrupolosa, dovrebbe suggerire al paziente di riferirsi a uno specialista (dermatologo, medico curante o podologo in caso di disturbi localizzati al piede) che possa verificare adeguatamente la situazione e prescrivere la terapia più indicata.
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