On Medicine

Anno XIV, Numero 1 - marzo 2020

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FOCUS

ESERCIZIO A RESISTENZA ELASTICA E FUNZIONE MOTORIA

L’esercizio a resistenza elastica è un metodo riabilitativo e di training di provata efficacia che prevede il potenziamento delle capacità muscolari dell’individuo. Presentiamo un ciclo di contributi proposti da fisioterapisti che illustrano le premesse teoriche di questa pratica e alcuni ambiti di applicazione.

Parte 1. Princìpi e applicazioni

R. Cavallin

L’utilizzo della resistenza elastica risale, secondo alcune fonti, agli inizi del 1900. È tuttavia a partire dagli anni sessanta che la metodica fa registrare un picco di popolarità grazie all’utilizzo che ne fecero gli atleti sui campi di gara in occasione delle Olimpiadi di Roma. Durante le fasi di riscaldamento, infatti, alcuni sportivi iniziarono ad utilizzare tubi di gomma o semplici camere d’aria di bicicletta per riscaldare i gruppi muscolari che da lì a poco sarebbero stati impegnati nelle varie competizioni.
Col passare del tempo, i tubi di gomma e le camere d’aria sono stati sostituiti da materiali sempre più evoluti e specifici, fino alle bande in lattice di oggi, più precise in termini di restituzione di forza. Inizialmente la resistenza elastica è stata utilizzata nel mondo del fitness, per poi diffondersi, negli anni novanta e duemila, anche in ambito riabilitativo, sia in programmi di prevenzione degli infortuni, sia in programmi di ricondizionamento fisico dopo interventi chirurgici o infortuni.
Negli ultimi anni, l’attenzione sempre più concreta al benessere fisico ha portato in auge l’utilizzo degli elastici anche nelle più comuni palestre cittadine, in esercizi di tipo funzionale, sia in programmi specifici, sia in associazione a macchinari isotonici o con i pesi liberi.

PROPRIETÀ DI BANDE E TUBING ELASTICI


Le proprietà fisiche di ogni elastico risultano fortemente influenzate dalla metodologia di fabbricazione dello stesso e dalle materie prime utilizzate per fabbricarlo. La forza generata da un elastico varia in funzione della sua percentuale di allungamento e della variazione della linea di trazione che l’elastico assume durante l’esecuzione del movimento.
Gli elastici sono in grado di fornire una resistenza crescente proporzionale alla percentuale di allungamento cui sono sottoposti, con aumenti prevedibili, eccezion fatta per le fasi iniziali e finali di allungamento, in cui la proporzionalità risulta meno lineare.

RINFORZO MUSCOLARE


L’esercizio terapeutico è finalizzato al recupero della normale funzione di un distretto e, quindi, al miglioramento della qualità di vita di un paziente grazie al ripristino di funzioni compromesse in seguito ad infortunio. La resistenza elastica trova nel rinforzo muscolare il suo principale campo di applicazione, ed è particolarmente indicata per l’esecuzione di movimenti lenti e controllati, come quelli tipici delle prime fasi riabilitative o in pazienti con tessuti in via di riparazione. Risulta indicata anche in pazienti con basse capacità coordinative o con problematiche posturali.

Arto superiore

La spalla per la sua architettura è senza dubbio l’articolazione che più può beneficiare di un programma di rinforzo e stabilizzazione, non solo dell’articolazione gleno-omerale, ma di tutto il complesso scapolo-toracico; la consistente diffusione di sindromi dolorose e traumatiche la rendono indubbiamente una delle articolazioni più studiate, anche se ancora non completamente comprese.

Distretto lombo-pelvico

Ormai da diversi anni si è visto come abbia poco senso parlare di rinforzo di un muscolo isolato, ma come sia meglio intendere il rinforzo, e più in generale la riabilitazione, come il ri-apprendimento di un movimento che coinvolge le diverse articolazioni fra loro collegate anatomicamente e funzionalmente. Per questo motivo, si stanno ormai approcciando le problematiche di anca, tratto lombare e ginocchio, in stretta correlazione uno all’altro, rendendo ormai insensato, ad esempio, un approccio focalizzato all’anca senza aver almeno preventivamente valutato il tratto lombare. Dati questi presupposti, l’esercizio a resistenza elastica si presta come particolarmente indicato.

Ginocchio

I problemi artrosici di ginocchio colpiscono circa il 60% degli adulti sopra i 65 anni. Il dolore, la riduzione di articolarità e di forza mettono a dura prova la funzionalità del distretto e rendono difficoltose azioni quali deambulare, salire e scendere le scale, alzarsi e sedersi, compromettendo la partecipazione sociale dell’individuo.
L’esercizio a resistenza elastica ben si indirizza alle patologie articolari di ginocchio, siano esse degenerative o da sovraccarico; contestualmente alle cure farmacologiche e a una modificazione dello stile di vita, un attento programma di rinforzo dell’intero arto inferiore può aiutare il paziente a stare meglio, posticipando o addirittura evitando interventi chirurgici di sostituzione protesica. Questa modalità di esercizio può rappresentare un ausilio importante anche in seguito ad eventi traumatici. Le distorsioni di questa articolazione sono infatti abbastanza frequenti in coloro che praticano calcio, pallavolo, basket, sci a svariati livelli; ma capita anche spesso di vedere pazienti che incorrono in infortuni a seguito di incidenti domestici o della strada.

Caviglia

Le distorsioni di caviglia rappresentano uno dei più comuni infortuni nell’ambito della popolazione sia sportiva sia sedentaria; sono più frequenti nelle donne. Nell’85% dei casi è il comparto laterale ad essere coinvolto in seguito ad un evento traumatico in inversione, ma anche il comparto mediale può venire traumatizzato, determinando in questo caso una sollecitazione dannosa più o meno grave della componente ossea.
Questo tipo di infortunio può diventare estremamente disabilitante, determinando una netta restrizione delle attività lavorative o ricreazionali/sportive a causa della comparsa di dolore persistente, sensazione di debolezza, precoce affaticabilità o addirittura sensazione di instabilità della caviglia, con conseguente deficit di equilibrio globale e maggiori probabilità di andare incontro a recidive. Diventa pertanto fondamentale una corretta riabilitazione del paziente che ha subito una distorsione di caviglia già dal primo episodio, al fine di scongiurare l’instaurarsi di quadri denominati cronic ankle instability (CAI). Anche in questo caso la resistenza elastica si è dimostrata utile in diverse modalità di esercizio, non solo nel reclutamento/rinforzo della muscolatura della gamba, ma anche nell’esecuzione di esercizi proporiocettivi statici e dinamici.

STRETCHING E AUMENTO DELLA FLESSIBILITÀ


Le bande elastiche possono essere utilizzate anche come strumento per fornire un carico costante di bassa o media intensità a strutture che, dopo un periodo di immobilità, hanno subìto retrazioni e quindi necessitano di un intervento mirato. Le tecniche di allungamento di varia natura possono sicuramente beneficiare di questi ausili, così come le tecniche di contrazione-rilasciamento, permettendo al paziente di svolgere gli esercizi in autonomia presso la propria abitazione dopo un adeguato training da parte di personale specializzato.



Ramon Cavallin
Fisioterapista, libero professionista, Milano