APPROFONDIMENTI
GUIDA ALLA CONOSCENZA DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE RETINICHE
Una serie di articoli sulle principali patologie retiniche scritti da Ortottisti di provata esperienza
Parte III - Sicurezza ed efficacia degli anti-VEGF: esperienze con i pazienti
PRINCIPALI PATOLOGIE RETINICHE E TRATTAMENTO
La retina è il tessuto neurologico dell’occhio ed è la sede della formazione della visione; qualunque patologia interessi tale struttura può comportare la perdita della vista.
Nella porzione centrale del polo posteriore della retina si trova la macula, l’area deputata alla visione per eccellenza ad altissima richiesta metabolica. Al centro della macula è presente una lieve depressione definita fovea.
Degenerazione maculare legata all'età
La degenerazione maculare senile può assumere due forme: quella secca o atrofica e quella umida o essudativa (wAMD). La prima è certamente la più comune, ha un’evoluzione lenta e non prevedibile nei tempi ed è caratterizzata da aree di atrofia più o meno estese. La forma umida ha un andamento rapido e progressivo costituito da formazione di neovasi patologici negli strati della retina. I pazienti con AMD iniziale presentano lesioni retiniche ma quasi sempre mantengono un buon livello di acuità visiva. L’AMD evoluta provoca una grave perdita della capacità visiva causata da uno scotoma centrale (zona centrale di cecità) secondario alla formazione di neovasi in prossimità o al centro della macula.
Neovascolarizzazione coroideale miopica
Edema maculare diabetico
Occlusioni delle vene retiniche
Trattamento
Nella genesi della neovascolarizzazione sono coinvolti diversi fattori di crescita tra cui il vascular endothelial growth factor (VEGF). Le cellule endoteliali dei neovasi non dispongono della stessa barriera dei vasi fisiologici, infatti possono perdere fluido ed essere soggetti ad emorragie. La conseguenza della proliferazione consiste nella formazione di una cicatrice fibrovascolare e perdita dell’acuità visiva.
La terapia farmacologica avviene tramite l’iniezione intravitreale di farmaci anti-angiogenetici che agiscono inibendo il VEGF. Il punto cardine nel trattamento con tali farmaci è il follow up delle iniezioni effettuato nei tempi e nei modi suggeriti dall’oculista per garantire la giusta efficacia terapeutica.
ESPERIENZE CLINICHE
miopica.
Ogni paziente è stato sottoposto a valutazione della BCVA (best corrected visual acuity) cioè alla valutazione della massima acuità visiva che l’occhio può esprimere.
I pazienti sono valutati con OCT (tomografia a coerenza ottica), ove necessario con OCTA (angiografia OCT), per valutare la presenza e l’entità della lesione e valutazione del fondo oculare.
Gli esami sono stati ripetuti successivamente a ogni iniezione intravitreale al fine di valutare ogni variazione e applicare un piano terapeutico sempre più specifico per ogni paziente.
Figura 1. Valutazione della BCVA nei follow up a 1 mese dall'iniezione (dati Studio oculistico dott. Luigi Baglioni)
Nei pazienti affetti da wAMD (degenerazione maculare essudativa) trattati con iniezioni intravitreali, all’inizio del trattamento sono stati eseguiti OCT ed angio-OCT per valutare la grandezza della membrana neovascolare e la presenza di fluido intraretinico. L’esame OCT è stato ripetuto ad ogni controllo. L’Angio-OCT eseguito alla fine di un ciclo di iniezioni intravitreali ha mostrato una riduzione della grandezza della membrana e durante i follow up il paziente ha mostrato una stabilizzazione della visione.
Il paziente con neovascolarizzazione coroideale miopico (MCNV) è stato sottoposto a trattamento intravitreale con un inibitore di VEGF in entrambi gli occhi.
Il paziente con occlusione venosa retinica di branca è stato trattato con un ciclo di tre iniezioni intravitreali, mostrando un significativo recupero visivo. Durante i controlli le scansioni effettuate hanno mostrato un notevole aumento dell’edema e si è pertanto resa necessaria un’iniezione di desametasone.
Infine, il paziente affetto da edema maculare diabetico è stato trattato con iniezioni di desametasone e, in seguito, con un inibitore di VEGF, mostrando una stabilità finale del visus sui 9/10 con recupero eccellente della visione.
Tutti i pazienti sono strettamente controllati ogni mese per la valutazione dell’eventuale presenza di recidive.
RUOLO DELL’ORTOTTISTA
In tale contesto, l’ortottista si occupa della valutazione della BCVA e dell’esecuzione di esami strumentali e diagnostici fondamentali quali OCT e angio-OCT. Durante i follow up, il professionista ha il compito di assistere il paziente nella gestione e comprensione dell’iter terapeutico al fine di affrontare al meglio le cure necessarie. Uno degli aspetti più complicati e difficili da comprendere è infatti l’instabilità di tali patologie. Il cammino terapeutico deve essere vissuto con tranquillità e fiducia nei confronti dello specialista e dell’equipe che lo affianca.
Un diritto fondamentale del paziente è la formazione base per la conoscenza del trattamento, in quanto la scarsa informazione o l’assistenza inadeguata sono oggi inaccettabili.
Marta Parisi
Ortottista Assistente Oftalmologica, Arpino (FR)
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