APPROFONDIMENTI
Urosepsi: quali rischi nei primi 30 giorni?
Redazione On Medicine
L’urosepsi, ovvero il passaggio nel sangue di batteri responsabili di infezioni delle vie urinarie, è un'infezione sistemica potenzialmente mortale a cui sono maggiormente esposti gli individui anziani, diabetici, immunosoppressi e cateterizzati. Rappresenta un quarto (25%) di tutte le condizioni settiche, con un’incidenza che varia dal 10% al 30% di tutti i casi di sepsi e una mortalità che può raggiungere il 40%.
La causa più frequente di urosepsi, soprattutto dopo i 65 anni, sono le infezioni delle vie urinarie complicate; fattori predisponenti sono le anomalie anatomiche e/o funzionali che ostacolano il regolare deflusso dell’urina, come nel caso della presenza di calcoli.
Di fronte a un sospetto di urosepsi è mandatorio intraprendere un trattamento antibiotico empirico in attesa di identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione; altrettanto importante è ricercare la causa, che potrebbe essere di natura ostruttiva o correlata alla presenza di dispositivi (nefrostomia, catetere vescicale) che potrebbero rappresentare la porta di accesso nell’organismo dei patogeni.
La causa più frequente di urosepsi, soprattutto dopo i 65 anni, sono le infezioni delle vie urinarie complicate; fattori predisponenti sono le anomalie anatomiche e/o funzionali che ostacolano il regolare deflusso dell’urina, come nel caso della presenza di calcoli.
Di fronte a un sospetto di urosepsi è mandatorio intraprendere un trattamento antibiotico empirico in attesa di identificare l’agente patogeno responsabile dell’infezione; altrettanto importante è ricercare la causa, che potrebbe essere di natura ostruttiva o correlata alla presenza di dispositivi (nefrostomia, catetere vescicale) che potrebbero rappresentare la porta di accesso nell’organismo dei patogeni.
Identificazione dei fattori predittivi di mortalità
Un gruppo di ricercatori svedesi ha svolto un’analisi di coorte retrospettiva relativa a soggetti ricoverati in comunità volta a determinare i fattori di rischio per la mortalità correlata all'urosepsi entro 30 giorni dalla data in cui era stata prelevata la prima emocoltura positiva. I pazienti considerati presentavano un’età >18 anni, un’infezione del torrente ematico acquisita al di fuori dell'ospedale correlata a un agente patogeno significativo, un’urosepsi secondo la classificazione ICD 10 e un’urinocoltura positiva attestante la presenza di batteri rilevati anche all’esame emocolturale.
L’analisi multivariata dei dati raccolti ha evidenziato che il principale fattore di rischio per la mortalità era rappresentato dai disturbi delle vie urinarie rilevati radiologicamente, seguiti da una terapia antibiotica empirica non appropriata; altri fattori prognostici importanti per la sopravvivenza sono risultati il tempo alla diagnosi radiologica e l’eliminazione dell’ostruzione al deflusso. Da segnalare che una elevata mortalità a 30 giorni si è associata nel 15% dei casi al rilevamento nell’emocoltura di specie batteriche Gram positive.
L’analisi multivariata dei dati raccolti ha evidenziato che il principale fattore di rischio per la mortalità era rappresentato dai disturbi delle vie urinarie rilevati radiologicamente, seguiti da una terapia antibiotica empirica non appropriata; altri fattori prognostici importanti per la sopravvivenza sono risultati il tempo alla diagnosi radiologica e l’eliminazione dell’ostruzione al deflusso. Da segnalare che una elevata mortalità a 30 giorni si è associata nel 15% dei casi al rilevamento nell’emocoltura di specie batteriche Gram positive.
Bibliografia di riferimento
Holmbom M et al. Community-onset urosepsis: incidence and risk factors for 30-day mortality – a retrospective cohort study. Scandinavian Journal of Urology 2022;56:414-20.
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