IL PARERE DELLO SPECIALISTA
Sordità monolaterale o asimmetrica e acufeni: approcci riabilitativi
D. Cuda, A.R. De Caria, M. Monici
Introduzione
Figura 1. Normoacusia sinistra e grave ipoacusia monolaterale destra. Il suono può essere trasmesso alla coclea per due vie: conduzione aerea (VA), tramite il condotto uditivo e l’orecchio medio, e conduzione ossea (VO), tramite le vibrazioni delle ossa craniche; l’audiogramma riporta entrambe le soglie.
Tabella 1. Caratteristiche utili a definire una perdita uditiva asimmetrica e la sordità monolaterale.
Epidemiologia
Cause
Effetti
Una ricerca di mercato condotta dal Gruppo di consulenza per l’ipoacusia unilaterale (Advisory Group for Single Side Deafness)6 segnala che il 39% dei pazienti affetti da anacusia, sostenuta da neurinoma del nervo acustico, trovano maggiore difficoltà nel lavorare, e quasi il 25% sono costretti a cambiare mansione o a smettere di lavorare.
Relativamente all’interazione sociale, lo studio ha dimostrato che la mancanza di udito “binaurale” rende difficile la partecipazione alla conversazioni con singoli o in gruppo portando la persona, spesso, a isolarsi dal contesto sociale.7
Lo studio conclude affermando che l’ipoacusia unilaterale totale compromette la capacità di:6
- determinare la direzione del suono a causa dell’effetto ombra provocato dalla testa;
- sentire i suoni provenienti dalla parte dell’orecchio anacusico;
- separare il rumore di fondo dai suoni target.
Sintomi associati
Diverse ricerche hanno suggerito che la sordità completa monolaterale potrebbe essere un fattore di rischio per il ritardo del linguaggio così come accade in neonati e bambini con sordità monolaterale, che hanno mostrato un ritardo dell’acquisizione della parola e del linguaggio rispetto ai pari età con udito normale bilateralmente.9
Approcci terapeutici
Quando le terapie mediche non sono più opzionabili, una soluzione per ridurre la disabilità è trasferire il suono dall’orecchio con sordità totale, e quindi non utilizzabile, all’orecchio controlaterale mediante un ricevitore posizionato nell’orecchio migliore pilotato da un microfono posizionato sull’orecchio anacusico o non protesizzabile: questo sistema viene denominato CROS (controlateral routing of signal, deviazione controlaterale del segnale). La tecnologia wireless di ultima generazione, applicata ai sistemi acustici, permette di realizzare soluzioni atte a soddisfare le preferenze individuali e le esigenze d’ascolto di ogni paziente, anche nei casi di un orecchio anacusico e ipoacusia controlaterale (sistema CROS/BiCROS).
Dal punto di vista neurofisiologico e concettuale possiamo far sì che tutta l’informazione venga veicolata al sistema nervoso centrale tramite l’unico canale funzionante (orecchio non anacusico). Ciò è possibile grazie alla neuroplasticità che, in poche settimane, riprogramma il sistema uditivo per utilizzare e ridistribuire l’informazione proveniente dalle varie angolazioni dello spazio acustico (il cervello è in grado di riprogrammare una rete neuronale).
Negli ultimi anni si sta affermando, sempre di più, l’applicazione dell’impianto cocleare nell’orecchio peggiore, che non può essere protesizzato; questo è l’unico modo per restituire l’udito binaurale nel soggetto con single side deafness.10,11
Apparecchi acustici CROS, BiCROS e impianti cocleari
La trasmissione avviene tramite segnale wireless e permette alla persona di sentire nell’orecchio migliore i suoni provenienti da entrambi i lati. Questo sistema non restituisce però l’udito binaurale; il tempo necessario alla trasmissione del segnale fornisce gli indizi temporali necessari per stabilire da quale lato proviene il segnale.
In caso la perdita uditiva sia presente anche nel lato migliore, l’apparecchio acustico, oltre a ricevere il segnale dal trasmettitore situato sull’altro orecchio, lo amplifica in modo da coprire la perdita uditiva; questo sistema viene chiamato BiCROS (bi-lateral routing of signal, deviazione bilaterale del segnale).
L’impianto cocleare è un dispositivo impiantato chirurgicamente che stimola direttamente il nervo acustico bypassando la parte danneggiata dell’orecchio interno (coclea). A differenza degli apparecchi acustici, che amplificano il suono, l’impianto cocleare converte il suono in impulsi elettrici in modo da simulare l’udito naturale. Con l’impianto cocleare possiamo, quindi, restituire l’udito binaurale al paziente in quanto non utilizziamo un metodo di trasmissione del segnale all’orecchio controlaterale, ma ripristiniamo l’ingresso uditivo nell’orecchio leso.
SORDITÀ MONOLATERALE E ACUFENI
Percorso riabilitativo del centro per lo studio e la cura degli acufeni (CeSCA) per il paziente con sordità monolaterale o asimmetrica e acufeni
- counselling
- terapia del suono
- “tinnitus devices”
- tecniche di rilassamento e ipnosi
- farmaci
- psicoterapia.
La terapia del suono (sound therapy) ha come obiettivo l’arricchimento del mondo sonoro del paziente con sordità e acufeni. La protesizzazione acustica, se possibile, deve essere effettuata con tecnologia “open”; nei casi di sordità profonda, o in quelli che hanno scarso o nullo beneficio dall’utilizzo degli apparecchi acustici, trova corretta indicazione l’impianto cocleare. La protesizzazione acustica, anche se con qualche scetticismo iniziale, soprattutto nei pazienti con ipoacusia monolaterale, si è dimostrata una terapia estremamente efficace sia nella gestione della sordità – e conseguente senso di impotenza – sia nella gestione dell’acufene. Infatti, l’innalzamento della capacità uditiva determina, rapidamente, una sorta di “mascheramento” dell’acufene, con immediato sollievo per il paziente. In tal senso, la protesizzazione acustica delle sordità monolaterali, anche lievi, è giustificata in caso di acufeni disturbanti. Il tipo di approccio riabilitativo utilizzato, oltre a rimediare la perdita uditiva e ridurre la percezione dell’acufene, si è dimostrato efficace nella gestione dei sintomi correlati (ansia, insonnia, stress ecc.) che spesso ne caratterizzano la “dimensione invalidante”.
Domenico Cuda
Direttore Unità Operativa di Otorinolaringoiatria,
Centro per lo Studio e la Cura degli Acufeni, Ospedale “G. da Saliceto” – Piacenza
Antonio R. De Caria
Audiologo, Unità Operativa di Otorinolaringoiatria,
Centro per lo Studio e la Cura degli Acufeni, Ospedale “G. da Saliceto” – Piacenza
Matilde Monici
Otorinolaringoiatra, Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria
Ospedale “C. Poma” – Mantova
Bibliografia
- De Caria A. “Gli apparecchi acustici: nuove tecnologie Cros e Bi-cros”. Relazione CRS – 2016.
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