INTERVISTA
Intervista ad Attilia Grandi
Redazione On Medicine
Lavorare come fisiatra nell’ambito della medicina riabilitativa dei bambini è, oltre che una professione, una missione. Siamo lieti di proporvi un’intervista con la dottoressa Attilia Grandi, che alla fisiatria pediatrica ha dedicato una vita e che ha recentemente raggiunto il traguardo della pensione.
Dottoressa Grandi, come è arrivata a svolgere la sua attività in ambito pediatrico?
Mi sono sempre piaciuti i bambini. Durante gli anni di formazione in specialità ho sempre seguito con interesse le lezioni della prof.ssa Morosini, che valutava e impostava trattamenti soprattutto nell’ambito della riabilitazione neurologica, che comprendeva anche i pazienti pediatrici.
Appena specializzata mi è stata offerta l’opportunità di sostituire una collega in maternità che lavorava in un servizio di riabilitazione pediatrica; ho accettato con entusiasmo, e così ho iniziato la mia esperienza che si è progressivamente consolidata nel corso degli anni .
Quali ostacoli ha dovuto affrontare più frequentemente nel corso della sua attività?
Soprattutto negli ultimi anni sono aumentate le incombenze relative alle pratiche amministrative burocratiche da svolgere, a svantaggio del tempo da poter dedicare al paziente. Tempo per l’osservazione, l’ascolto, la condivisione, che sono presupposti importanti nella valutazione clinica e la partecipazione dei caregiver al progetto riabilitativo.
Che peso ha avuto il rapporto con i familiari dei suoi piccoli pazienti nel raggiungimento degli obiettivi che si era posta?
Vi vorrei rispondere con il racconto di una visita alla bimba di una signora straniera che non parlava italiano. Mi è rimasta impressa così nella memoria:
“Aspettavi da sola in sala d’attesa, con tua figlia abbarbicata a te dalla sua distonia. Il tuo volto scavato dalle fatiche e dalle sofferenze. Le tue braccia forti avvolte a sostenere la bimba, rigida e inarcata. Il tuo sguardo si incontra con il mio. Le mie parole si incrociano con il tuo stentato italiano, ma sono i nostri gesti ed i nostri sguardi a comunicare. Si incontrano le nostre mani e le nostre braccia poi sul tappeto come in un caldo abbraccio ad avvolgere la bimba per contenere le distonie. Quante notti non hai dormito per cacciare i topi quando dormivi sotto il ponte vicino alla ferrovia! Quante volte hai teso quella mano in attesa di una offerta!”
Come ha gestito il follow up dei suoi pazienti durante l’epidemia da Covid 19?
Ho mantenuto contatti telefonici con i genitori. Per quanto possibile tramite videochiamate effettuavo osservazione delle attività di manipolazione, dei passaggi posturali o del cammino dei bambini e davo indicazioni e consigli posturali e di stimolazione.
Che consiglio può dare a uno specializzando in fisiatria?
“I sentieri si costruiscono viaggiando” (F. Kafka).
Come in tutti i cammini bisogna avere il coraggio di partire, l’entusiasmo e la curiosità per proseguire, la forza di arrivare.
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