APPROFONDIMENTI
Le infezioni orali odontogene
Redazione On Medicine
Una serie di articoli su queste insidiose patologie che necessitano di un riconoscimento tempestivo e di un trattamento appropriato
Parte II: diagnosi
Esame clinico della cavità orale
A bocca aperta vengono ispezionate le pareti delle guance e vengono palpati la mucosa e i tessuti sottomucosi. Con lo specchietto si osservano i tessuti molli del fondo dei vestiboli laterali e si ispezionano la mucosa mobile alveolare e la gengiva propria vestibolare. Si chiede quindi al paziente di protrudere la lingua, che viene trattenuta per la punta aiutandosi con un quadrato di garza. Dislocando la lingua lateralmente, verso l’alto e verso il basso, è possibile ispezionare le sue superfici dorsale, laterali e ventrale, e il pavimento della cavità orale fino alla radice della lingua. L’esame obiettivo si conclude con la palpazione dei linfonodi regionali cervicali.
Tecniche diagnostiche per immagini
Esame colturale microbiologico
La tecnica di prelievo più adatta è rappresentata dall’aspirazione con ago sterile del pus attraverso un approccio extraorale; il campione così prelevato deve essere poi immediatamente trasportato al laboratorio di microbiologia tramite opportuni tubi e terreni di trasporto. Alcuni specifici agenti microbici, come alcuni batteri, micobatteri, funghi e virus, possono essere rilevati mediante tecniche immunoistochimiche quali l’immunofluorescenza o con tecniche biomolecolari (PCR).
In caso di lesioni intraorali c’è un rischio elevato di contaminare il materiale prelevato con microrganismi non direttamente coinvolti nell’eziologia dell’infezione: in questi casi può risultare utile l’osservazione diretta al microscopio di uno striscio dell’essudato prelevato colorato con la colorazione di Gram, la colorazione di Ziehl- Neelsen per la valutazione dell’acido-alcol resistenza e la colorazione di Schiff all’acido periodico (PAS) per l’individuazione dei miceti.
In caso di osteomieliti e patologia ossea può rendersi necessario il prelievo bioptico di tessuto e lo studio istopatologico delle aree di lesione.
Diagnosi differenziale
- l’adenoma pleomorfo delle ghiandole salivari minori del palato
- il sarcoma del mascellare superiore
- il granuloma periferico a cellule giganti con l’aspetto di una epulide
- il carcinoma squamocellulare della gengiva.
In particolare, è importante considerare le cause neoplastiche dovute a neoplasie benigne o maligne primitive o secondarie delle strutture orofacciali. Sono tutt’altro che rari, infatti, i casi in cui un tumore maligno viene diagnosticato e curato a lungo come infezione di origine dentale, con ritardo nella diagnosi e nel trattamento della reale patologia presente nel paziente.
Bibliografia di riferimento
Hull MW, Chow AW. An approach to oral infections and their management. Curr Infect Dis Rep 2005;7(1):17-27.
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Farmacologia clinica dei farmaci anticoagulanti
Marco Moia Centro Emofilia e Trombosi - Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
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Sintomi del basso apparato urinario dopo chirurgia pelvica: fisiopatologia e trattamento
Enrico Finazzi Agrò - Professore Associato; Cattedra di Urologia, Università di Roma “Tor Vergata”; UOSD Servizio di Urologia Funzionale, Policlinico Tor Vergata; IRCCS Ospedale S. Lucia, Roma
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Fisiologia di apprendimento e memoria
Mariano Pedetti - SerT MVT, AUSL2 dell‘Umbria, Marsciano (PG)